DWS 028JE STEREOLITOGRAFIA PER GIOIELLERIA

La stereolitografia  di DWS “fatta apposta” per il mondo della gioielleria.

DWS è sinonimo di Alta Definizione e superfici accurate. Da parecchi anni, 10 per l’esattezza, la casa Vicentina ha affinato i suoi prodotti con un Focus specifico, l’attenzione dei dettagli per quei settori che maggiormente lo richiedono.

Clicca QUI per visionare le novità di DWS presentate al Formnext 2017 di Francoforte.

Da test che abbiamo effettuato il sistema 009 garantisce già un’ottima qualità superficiale pur essendo il modello di accesso alla gamma con tecnologia DLP, passando alle Laser però si accede ad una classe di prodotto superiore.

In questo decennio DWS ha investito molto nello sviluppo dei materiali, c’è tutto quello che serve; resine studiate per produrre Master per la realizzazione di stampi siliconici con la gamma DM/DL.

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Resine studiate per la microfusione con la gamma DC

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e l’interessante famiglia Irix, una sorta di “Ceramica Digitale” biocompatibile e offerta in differenti colori, un materiale studiato per produrre parti definitive da integrare con altri materiali.

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Da pochissimo abbiamo iniziato ad utilizzare una stampante 3D 28Je, sistema di stampa Entry Level tra quelli con sorgente Laser per Gioielleria, fin da subito ci ha colpito per la incedibile qualità superficiale, gli strati  (da 10 micron di spessore) sono praticamente invisibili.

La macchina utilizza tutta la gamma materiali DWS, il suo cuore è una sorgente Laser Solid State BluEdge® BE-1500A molto precisa che non richiede particolare manutenzione e assicura bassissimi costi di gestione.

 

L’area di lavoro è di 65 x 65 x 90 mm, non enorme ma sufficiente per la modellazione “classica” di Gioielleria.

Il sistema è molto veloce, la casa madre promette circa 80 modelli al giorno (24 ore), noi abbiamo prodotto 4 anelli alla massima definizione in circa 5 ore, un ottimo tempo considerando la qualità delle superfici.

Come per ogni sistema 3D SLA è necessario preparare il file per la stampa aggiungendo i supporti di costruzione, il metodo è comune a tutte le macchine che lavorano “a testa in giù” e i software di gestione (Fictor e Nauta) sono semplici e intuitivi, se si ha già lavorato con la Stereolitografia si fa presto a trovare il corretto orientamento in base alla specifica conformazione del modello.

La resina che più abbiamo apprezzato è la DL-260 per gommatura, colore grigio e qualità superficiale impressionante.

La gommatura “a caldo” con temperatura di  90° si effettua perfettamente senza problemi di vulcanizzazione della gomma.

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La resina Dm 220 di colore azzurro ha la stessa qualità superficiale ma può essere gommata con temperature superiori prossime ai 200°.

Certo il prezzo di questo sistema non è così “entry level” in quanto prossimo a 40.000 € ma riteniamo che, grazie all’ottima produttività, sia facilmente ammortizzabile anche da aziende medio-piccole.

Non abbiamo ancora testato i materiali fondibili, notoriamente le resine, anche se ottimizzate per la fusione, non garantiscono la performance della cera, siamo molto curiosi di vedere se questo gap è stato superato.

Clicca QUI per scoprire le nuove macchine presentate questo novembre a Francoforte: XCELL e XFAB.

 

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